SaaS vs on-premise nello SCM: impatto finanziario e strategico

SaaS vs on-premise nello SCM: il dibattito non è nuovo, ma nel 2025 è più decisivo che mai. Le supply chain vivono una trasformazione profonda, segnata da digitalizzazione, incertezza globale e pressione continua sui costi. Scegliere l’architettura con cui gestire la pianificazione non è più una decisione solo IT: incide direttamente su strategia, conti economici e capacità di risposta dell’intera organizzazione.
In questo articolo analizziamo cosa significa ciascun modello, come impatta su conto economico e agilità operativa e quali fattori dovrebbero valutare manager e responsabili della supply chain prima di decidere.
Supply chain nel 2025: più complesse, più digitali
Le catene di fornitura sono più interconnesse che mai. Le aziende non gestiscono solo stabilimenti e magazzini, ma reti globali di fornitori, distributori e clienti. La pressione su tempi di consegna, controllo dei costi e gestione degli imprevisti rende la tecnologia un pilastro della competitività.
Domanda frammentata, rischi globali, pressione sui margini
In settori come food, pharma, cosmetica o automotive, la domanda non è più lineare né prevedibile: si frammenta tra canali diversi e i cicli di vita si accorciano. A questo si sommano rischi globali – crisi logistiche, tensioni geopolitiche, eventi climatici estremi – che alterano i flussi di trasporto. Il risultato è pressione sui margini: qualsiasi inefficienza di pianificazione si traduce in perdita di competitività.
Cos’è un modello on-premise nello supply chain management
Il software on-premise per lo supply chain management è installato sui server aziendali e la sua gestione dipende in gran parte da risorse interne. Per anni è stato lo standard, perché offriva sicurezza e controllo ad organizzazioni più tradizionali.
Vantaggi (controllo, personalizzazione, compliance)
L’on-premise ha punti di forza: consente controllo totale su infrastruttura e dati, utile in settori molto regolamentati. Essendo in casa, la personalizzazione può essere più spinta, aderendo a processi specifici che non sempre rientrano nelle soluzioni standard. Inoltre può apparire più allineato alla compliance locale, soprattutto in aziende con IT robusto.
Svantaggi (costi nascosti, manutenzione, lentezza negli upgrade)
Questi vantaggi, però, hanno un prezzo. L’investimento iniziale in server e licenze è elevato, a cui si sommano costi ricorrenti di manutenzione. Gli aggiornamenti sono lenti, perché richiedono progetti interni che consumano tempo e risorse. E mantenere il sistema impone team IT specializzati, aumentando la dipendenza interna e riducendo l’agilità nell’adottare innovazione.
Cosa offre un software SaaS di supply chain planning
Il software SaaS per la pianificazione della supply chain, al contrario, è erogato in cloud con formula in abbonamento. Questo cambia sia l’implementazione sia la gestione quotidiana della tecnologia.
Scalabilità e rapidità di avvio
Un SaaS può andare live in poche settimane, contro i lunghi roll-out dell’on-premise. La scalabilità è immediata: se l’azienda cresce, apre mercati o amplia le referenze, la piattaforma si adatta senza investimenti hardware aggiuntivi.
Sicurezza gestita e aggiornamenti automatici
Il fornitore presidia la cybersecurity applicando standard internazionali e rilasci automatici. I team interni non devono più pianificare patch o monitorare minacce, con la garanzia di una soluzione sempre aggiornata.
Pay-per-use e TCO inferiore
Il modello in abbonamento trasforma la spesa in OPEX prevedibile. Niente capitale immobilizzato in server o licenze perpetue, con un Total Cost of Ownership più basso. Inoltre si paga ciò che si usa, allineando la spesa alla realtà del business.
Costi visibili e nascosti del modello on-premise
Anche se in apparenza l’on-premise è un investimento “tangibile e sotto controllo”, nasconde diversi costi spesso sottostimati.
CAPEX iniziale e maintenance annuale
L’esborso iniziale comprende licenze, hardware, installazione e spesso consulenza esterna. A questo si aggiungono canoni di manutenzione e aggiornamento che raramente scendono sotto il 15-20% del costo licenza.
Dipendenza dall’IT e aggiornamenti in ritardo
La gestione ricade sull’IT, che deve seguire incident, backup e patch di sicurezza. Gli upgrade, invece di essere automatici, diventano progetti lunghi che ritardano l’adozione di nuove funzionalità.
Rischio di licenze sotto-utilizzate
Non è raro acquistare più licenze di quante se ne usino davvero nei modelli on-premise. Parte dell’investimento resta immobilizzato e non genera valore. Nel tempo questo under-utilization diventa un costo sommerso difficile da giustificare, con ROI più basso ed efficienza del capitale peggiore.
Come il SaaS cambia l’equazione finanziaria
Il passaggio da un modello basato su CAPEX a uno basato su OPEX ribalta la prospettiva finanziaria della supply chain.
OPEX prevedibile e scalabilità
I costi diventano un abbonamento mensile o annuale facile da prevedere, eliminando i grandi esborsi iniziali tipici dell’on-premise. Questa prevedibilità migliora controllo e budgeting, consente di pianificare con più fiducia evoluzione e fabbisogni tecnologici e semplifica la scalabilità senza investimenti in infrastruttura o licenze.
ROI più rapido grazie alla velocità di implementazione
Riducendo i tempi di avvio, il ritorno si materializza molto prima. Mentre un progetto on-premise può necessitare 12-18 mesi per produrre risultati tangibili, un SaaS genera valore in settimane o pochi mesi. L’azienda beneficia prima, può reinvestire in aree critiche e accelera il ROI, trasformando la tecnologia in un driver diretto di competitività.
Confronto SaaS vs on-premise su 5 metriche critiche
Valutare i due modelli con metriche economiche e operative mette in luce differenze evidenti.
TCO a 3 e 5 anni
Analisi comparative mostrano che il TCO di un SaaS può essere inferiore del 30-40% rispetto a un sistema on-premise su orizzonti 3-5 anni, grazie all’eliminazione dei costi di hardware, supporto e aggiornamenti manuali.
Impatto sul cash flow
Il SaaS evita grandi esborsi iniziali, liberando liquidità da destinare ad altre aree strategiche. L’on-premise, invece, richiede un forte CAPEX iniziale che impatta direttamente sul cash flow.
Agilità decisionale
Con il SaaS si introducono nuove funzionalità in giorni o settimane. Nel modello on-premise ogni aggiornamento richiede mesi, rallentando la reattività al mercato.
On-premise: un modello con più limiti che vantaggi
Pur restando valido in contesti molto specifici, l’on-premise presenta più limitazioni che benefici negli scenari dinamici attuali.
Cicli di implementazione lunghi
I progetti durano 12-24 mesi, ritardando i risultati e aumentando il rischio di disallineamento con la strategia.
Scalabilità ridotta
Adeguare il sistema a nuovi plant, mercati o prodotti comporta costi extra e spesso migrazioni complesse.
Rischi di obsolescenza tecnologica
Il ritmo d’innovazione del cloud supera di gran lunga la velocità di aggiornamento dei sistemi locali, esponendo al rischio di rimanere indietro.
SaaS: la risposta a una supply chain volatile
Di fronte alla volatilità attuale, il SaaS porta vantaggi che vanno oltre la tecnologia e diventano leve strategiche.
Resilienza e continuità garantite
Le soluzioni SaaS offrono ridondanza su più data center e piani di continuità che assicurano disponibilità 24/7, anche in caso di incident o disastri.
Innovazione continua e accesso a IA/ML d’ultima generazione
Il fornitore introduce regolarmente miglioramenti in algoritmi di previsione, analytics avanzata e integrazioni con intelligenza artificiale e machine learning. Le aziende hanno così accesso costante allo stato dell’arte.
Integrazione con ecosistemi globali
L’architettura cloud facilita l’integrazione con ERP, CRM, marketplace e altri sistemi tramite API, garantendo un flusso informativo continuo e affidabile.
Quando scegliere SaaS e quando on-premise
La scelta tra SaaS e on-premise dipende da settore, regolamentazione, cultura organizzativa e risorse disponibili. L’on-premise ha senso in industrie altamente regolamentate o dove è richiesto controllo assoluto dell’infrastruttura. Per la maggior parte delle aziende, però, il SaaS è la risposta più agile, scalabile e sostenibile dal punto di vista finanziario alle sfide attuali della supply chain.
In definitiva, l’analisi non dovrebbe concentrarsi solo sull’investimento iniziale, ma sulla capacità di ciascun modello di generare valore nel medio-lungo periodo.
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